UN LIBRO SU AGNONE

Gli autori ringraziano il comune di Lentini, il Comune di Carlentini e la provincia regionale di Siracusa, per la realizzazione della pubblicazione. Rivolgo un particolare ringraziamento, all’associazione  intercomunale “Agnone Bagni” e all’editore Emanuele Romeo, Emarom s.a.s per il contributo dato.

Ecco uno dei brani:

 I LIDI DI AGNONE

“…… Quante belle ragazze porta Iurato …. ciao ciao bambina un bagno ancora. “. E poi per sempre Cirino ti abbiamo perso. Le cabine, quelle “con o senza buco” sono diventate il vuoto, oggi. Insieme a Cirino Serra è scomparso il Murganzio, l’ultimo mitico lido agnonese; con il lido Nettuno fu uno dei due stabilimenti balneari che hanno caratterizzato tanti estati degli anni ’50 e ’60.

La loro nascita e la loro crescita vanno legate alla scoperta del mare da una massa più ampia di lentinesi e carlentinesi. Il Murganzio, edificato in muratura e il Nettuno in legname rappresentarono in quegli anni la meta obbligata per giovani e meno giovani. Quando i pullman di Iurato incominciarono a collegare la tratta Lentini-Agnone, si verificò un vero e proprio esodo di massa, in particolare modo la domenica. In quegli anni il sabbione non esisteva se non nella mente di qualche “affarista” e Vaccarizzo, molto più distante non riscuoteva il gradimento dei pendolari.

La nuova linea Iurato in parte svuotò i treni permettendo ai non residenti di arrivare comodamente vicino ai lidi, dove era possibile affittare le cabine e godersi in comodità una giornata di sole.

Il Murganzio fu gestito fino al suo tramonto dalla famiglia Serra, e uno dei fratelli Serra era Cirino, animatore bizzarro e stravagante del suo lido. Un personaggio che avrebbe potuto rappresentare un ottimo soggetto per il noto regista Tornatore (ricordate “Il nuovo cinema Paradiso”?).  Nelle orecchie di tanti sibilano ancora i suoni striduli del suo fischietto (regalo, diceva lui, di un arbitro di calcio) con il quale scandiva la vita del suo lido; così come famosi restano i richiami da battitore d’asta ai “corrieristi” affinché scegliessero di passare la giornata di mare nel suo lido : “cabine con buco e senza…”. Gridava .Mentre gli occhi dei “machi” di quei giorni palesavano la scelta già fatta : “con”.

Il suo naturale essere istrione si esaltava ancor di più quando nel Murganzio arrivavano i tedeschi : Cirino si trasformava. Dialogava con loro usando un improvvisato grammelot imperniato sui nomi dei giocatori tedeschi militanti allora nel campionato di calcio italiano. Misteri d’estate, Cirino riusciva a farsi capire e quasi intratteneva un dialogo che in condizioni normali sarebbe stato impossibile aprire.

Finita la festa domenicale arrivava la quaresima del lunedì, quando al lido era  “iunnata de’ scappari e de’ vabberi”, come era solito confidarci Cirino, alludendo al fatto che il locale in quel giorno sarebbe stato meta unica scelta da queste due categorie di artigiani che approfittando del giorno di riposo settimanale monopolizzavano con la loro presenza il Murganzio. Poi non vennero nemmeno loro e Cirino visse con amarezza l’agonia del “suo/nostro” lido”, confidando a qualcuno di noi il dolore per il distacco da Agnone, a cui era profondamente legato.

   Chiuse per sempre il lido Murganzio e si chiuse per Agnone un’epoca.

Ricordiamo altri brani

  • La stazione di Agnone
  • Anni 50′ “Fiat lux”
  • La scoperta dell’acqua
  • Così scriveva Carlo Lo Presti
  • La tartaruga
  • 1981 – La prima alba senza le baracche
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